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Ma mica sono razzisti sono, solo beceri……
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E ancora ancora ancora, dalle Alpi al tacco d’Italia, un solo grido, Vesuvio lavali col fuoco, usate il sapone, colera e tante tante amenità di questo tipo; la chiamano discriminazione territoriale , forse per ricordarci che coloro che intonano tali cori non hanno la stessa fortuna di essere nati in una regione che per secoli è stato crocevia essenziale per politici ed uomini di cultura con radici culturali profonde che hanno consentito l’internazionalizzazione di Napoli sin dagli albori della storia, nonostante i tentativi diffamatori continui che sono un vero attentato all’intelligenza degli Uomini. I veri discriminati sono loro, questi individui sfortunati mai sfiorati da un briciolo di cultura e quindi profondamente ignoranti , beceri ma non razzisti. Il razzismo è uno stato dell’anima che non può appartenere a comunità che quotidianamente accolgono tra di loro generosamente individui provenienti da un altro mondo, altre culture, differenti religioni e tale è il popolo Genovese, popolo di mare e quindi aperto all’accoglienza e all’integrazione. Ma i beceri sono altro, personaggi falliti nella vita e nei desideri che cercano di andare oltre le loro profonde frustrazioni con l’insulto e la volgarità rendendosi ridicoli davanti gli occhi del modo intero ed offendendo non Napoli e i napoletani, ma loro stessi. Quando ieri il telecronista di Bein sport Francia definiva patetici coloro che intonavano i soliti coretti lo faceva in Eurovisione e in Mondovisione sputtanando una città,Genova, che sicuramente non lo merita; se fossi nei panni del sindaco di Genova farei di tutto per individuare gli imbecilli di turno e fargli pagare i danni apportati alla “Superba città regale, addossata ad una collina cuisolo aspetto la indica signora del mare”(Francesco Petrarca).
Questo non vuol dire che, poiché quelli che si dedicano a tale volgare esercizio non sono razzisti ma ignoranti, i cori non siano razzisti.. Certo che lo sono ! come anche i Buuu diretti a Koulibaly, magari anche da un tifoso che ha accolto un migrante a casa sua, e come tali vanno condannati ed estirpati per evitare che come l’erba cattiva danneggia i teneri germogli, essi possano avere un impatto devastante su quella gioventù che inquinata da cotanto esempio si esibisce in spettacoli indecorosi come quelli di Marassi preparando per il calcio un non futuro.
Non basta la presa per i fondelli della sospensione per tre minuti, non basta il richiamo per altoparlante, no! Serve la chiusura degli stadi, le porte chiuse, l’estirpazione di tali comportamenti cosi come si fa per l’erba cattiva affinché i germogli della speranza non siano distrutti.
a presto
Il 25 Aprile la festa di tutti o dei vincitori?
Ci sono delle situazioni che ti inseguono da sempre da quando nasci e che tu accetti perché è così e basta. Il 25 Aprile di ogni anno da quando sono nato mi hanno detto che era festa poi mi sono accorto che non tutti avevano il cuore gonfio di gioia, come merita una celebrazione, ma qualcuno lo aveva pieno di una malinconia mista a frustrazione causata da scelte diverse, fatte in buona fede, giuste o sbagliate, ma perdenti nei confronti di coloro che volevano festeggiare.
Il 25 Aprile è la celebrazione della Vittoria partigiana, della liberazione dal Fascismo, ma tale movimento era stato appoggiato da molti e la storia ci parla ancora di adunate oceaniche e di gran parte della popolazione che aveva appoggiato tale scelta, per scellerata che essa sia stata, in buona fede e con convinzione; badate, non erano certo gli intellettuali che avevano dalla loro parte una coscienza critica che gli consentiva di discernere la giustezza delle idee, ma il popolo, il terzo stato che era facile convincere con la forza della retorica o romantici passionali che perseguivano miti irrazionali (Il superuomo di Nietscheana memoria).
Tale celebrazione è la vittoria di una guerra civile in un’Italia divisa in due , da un lato l’Italia partigiana dall’altra l’Italia fascista perdente e frustrata, con in un campo, coloro che la vittoria faceva sentire ancora più invincibili, nell’altro quelli a cui la sconfitta apportava un’ umiliazione da cui era difficile riscattarsi.
No una festa cosi non corrisponde al mio ideale, rinominiamola, trasformiamola, non chiamiamola più festa della liberazione ma ribattezziamola festa della nuova unità d’Italia, festa della riconciliazione popolare, prendiamo questa data come momento per riconoscere ognuno il valore degli altri, pentirsi ognuno dei propri eccessi , ricordarsi della storia e del suo insegnamento e attraverso la conoscenza critica del passato preparare un futuro decoroso per i nostri figli.
PT
La politica delle idee che fine ha fatto?
Sono passati tanti indecenti giorni dalle ultime elezioni senza che gli eletti abbiano avuto la capacità di formare un governo con vari intrecci e possibilità tutte schive da ogni e qualsiasi ideologia e più o meno convergenti verso interessi economici o clientelari.
All’alba del xx secolo quando le ideologie si affermavano sulla base di differenti visioni economiche sociali nascevano anche nuove idee che passando anche attraverso fatti tragici alla fine ci hanno guidato verso un evoluzione delle dialettiche ideologiche fino a che l’affermarsi di una di essa sulle altre non è stata causa di degenerazione causando la caduta del confronto critico e l’appiattimento involutivo dei valori.
Lungi da me l’idea di fare un discorso politico di parte ma una volta esisteva un ideale liberale antagonista del socialismo, per una, I mezzi di produzione della ricchezza dovevano essere nelle mani dei privati per l`altra nelle mani dello Stato ; poi intervennero le ideologie nazionalsocialiste e fasciste che a fianco di politiche sociali forti per le popolazioni locali ponevano dei principi di autonomia e autarchia basata su valori etici egoistici che sono stati alla base della 2 guerra mondiale.
Dopo anni di redenzione in cui l’ occidente ha cercato di guardare al futuro con un occhio al passato al fine di non ripetere errori fatali, con il tentativo di evolvere il pensiero politico con ideologie evolutive e correttive in senso moderato di quelle originali (repubblicani, socialdemocratici, democristiani missini etc) l’ affermazione assoluta del capitalismo, che comunque è produttivo di ricchezza, sulle altre ideologie, ha causato la sua deriva con un consumismo eccessivo e un accumulo di ricchezza nelle mani di una percentuale molto bassa di individui che tirano le fila e controllano la politica e l’economia: l’ oligarchia, forma di governo fu la fine delle democrazie delle vecchie polis.
La politica dovrebbe continuare a basarsi sulla forza delle idee e consentire un governo democratico indipendente dal potere economico garentando a tutti pari opportunità nel conseguimento dei bisogni primari non dimenticando che esiste una differenza fondamentale tra essere cittadini e sudditi.
Alla prossima
Non è una domenica come le altre
Ci siamo svegliati come sempre di buon ora, preparando il nostro caffè napoletano con una caffettiera recuperata ad una “Brocante” locale da una giovane signora che, trovatala a casa del nonno, l’aveva messa in vendita senza sapere a cosa servisse.
Ci aggiorniamo con le notizie del mondo, cerchiamo di capirne qualcosa in più della Corea del Nord e della Siria, ma a noi gente comune, non ci faranno mai conoscere la realtà, apprendiamo con stupore la vittoria delle streghe sannite a casa del diavolo rossonero e ci apprestiamo ad andare al circolo canottieri per la remata settimanale nella baia di Menton sotto un sole che sembra già quello di Giugno.
Ma la testa, i pensieri non sono esattamente con me ma più avanti nella giornata, a questa sera, alla partita delle partite, allo Juventus Stadium, dove il Napoli dovrà tentare l’ennesima impresa di questo campionato, novello Davide contro Golia, lanciare le pietre con i suoi frombolieri per abbattere la superdotata vecchia (per dire) signora.
Certamente ci son cose ben più importanti a cui dover pensare e razionalmente una partita di football non dovrebbe occupare che uno spazio infinitesimale nella testa di un individuo; ma questa è un’analisi razionale in un campo che fa dell’irrazionale la propria fortuna e che trasforma tranquilli professionisti in terribili hooligans e che induce un Cardinale Arcivescovo a dirsi certo della presenza di un Santo allo stadio per ammosciare le zebre e donare ardore ai ciucciarielli ma sono spesso queste cose che ci donano quelle emozioni di cui abbiamo bisogno per godere del piacere della vita e delle piccole cose. In bocca al lupo ragazzi
Il trenino da Ventimiglia a Grasseò
Romantico, bello, comodo ogni giorno trasporta migliaia di passeggeri tra Ventimiglia e l’antica capitale del Ducato dei Lascaris, passando per Montecarlo-Monaco dove al mattino sbarca centinaia di liguri che lavorano nel Principato: chi nel commercio chi nella ristorazione ma nessuno nel comparto statale Monegasco che nonostante le origini Genovesi del capostipite del principato Francesco detto Malizia e la sua appartenenza politica guelfa , si serve solo di cittadini Francesi per tali funzioni;
I convogli sferragliano per paesaggi meravigliosi allietati dalla costante visione del mare azzurro attraverso colline verdeggianti e passata Nizza e Cannes si arrampicano sul dolce declivio della profumata collina di Grasse dove trovano dimora la ginestra e la lavanda.
Tutto bello e dolce per il turista, piacevole per coloro che si recano al lavoro in un contesto di colori misto alla dolcezza del clima ed ai profumi di cui questo territorio è generoso, ma insieme a loro ogni giorno, compreso i festivi, c’è in ogni treno un manipolo di disperati che fuggendo dalla miseria e lo squallore di un campo profughi a Ventimiglia, cerca di fuggire verso la speranza, il desiderio di una vita migliore , il realizzarsi di un sogno.
La terra degli anziani colonizzatori appare come un insieme di ricchezze e benessere così come non molto tempo fa l’Italia sembrava il paese di “Bengodi”per gli Albanesi che captavano con antenne rudimentali le varie televisioni Italiani e relativi messaggi pubblicitari che mostravano solo cosce lunghe e belle macchine; sul più bello, quando pensano di aver finalmente realizzato un sogno, i gendarmi, nella prima stazione del territorio Francese salgono sul trenino, li scovano nei posti più impensati: nel bagagliaio, nei bagni, sotto i sedili, nei vani elettrici e li rimandano indietro senza tener conto dell’età, del sesso, delle condizioni di salute no: sono solo dei pacchi da rispedire al mittente senza manco dare uno sguardo al contenuto che invero potrebbe essere molto interessante, perché sapete, l’intelligenza e la capacità umana non tiene conto di dove sei nato, come anche la grandezza di Dio.
Qualche volta parlo con questi fratelli sfortunati e cerco di capire fino a che punto deve essere terribile la fame tanto da spingerli ad abbandonare tutto quello che hanno: genitori e figli spesso null’altro, ricordandomi un altro popolo che spogliato di tutto a inizio secolo si ammassava sui bastimenti per raggiungere terre assai lontane.
E loro, poverini, cercano di spiegarmi in Inglese o Francese perché sono andati via , cosa si aspettano dall’Italia, ma da noi nessuno li capisce, allora vanno in Francia, dove hanno qualche parente di terza generazione o dove, come anche in Inghilterra parlano la loro stessa lingua…Chissà perchè.? Ah dimenticavo le colonie il Commonwealth e i territori d’oltremare….
Il trenino di Ventimiglia, il treno della speranza
L’INDISCRETO
Mi presento, sono Pasquale, che non vuol dire essere nato a Pasqua ma coloro che portano il mio stesso nome sono nel 90% dei casi originari del sud dello Stivale. Sono molto orgoglioso e fiero delle mie origini e mi reputo un fortunato per aver avuto i natali in una terra così bella e ricca, tanto da essere abitata sin dalla preistoria ed essere stata da sempre meta di colonizzazioni da parte di quei popoli che cercavano posti belli e gradevoli dove vivere con una natura generosissima, e un clima amico fino a che qualcuno non ha ritenuto di dover distruggere tutto ciò , ma questa è un ‘altra storia che cercheremo di raccontare a poco poco.
E’ possibile che qualcuno trovi le mie analisi poco obbiettive ma prima dovremmo cercare di capire che cosa è l’obiettività; tanto più un argomento risulterà trattato in modo obbiettivo quanto più sarà vicino al modo di pensare del lettore quindi l’obiettività è un concetto difficile da identificare; piuttosto quello che mi sembra importante è trattare gli argomenti in modo libero, scevro da condizionamenti e costrizioni che sono nemici della verità… Ah la verità anch’essa concetto che assoluto non è perché da sempre essa è l’espressione di varie sfaccettature di un esedra, essa è filtrata attraverso un caleidoscopio del proprio stato d’animo che ne arrivano a mutare l’esistenza sino a che essa possa non coincidere con la realtà o addirittura si arrivi al suo sdoppiamento ovvero a due verità ciascuna diversa dall’altra fondata su un solo dato oggettivo.. che casino che è la vita.
A presto.
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